Al Museo egizio del Cairo si possono ammirare moltissime cose. A me ha colpito molto il preservativo di Tutankhamon. Tutankhamon usava il preservativo solo con le concubine perche se una di loro fosse rimasta incinta sarebbe potuta scoppiare una guerra. Doveva avere figli, e con la legittima moglie, che però abortì due volte. Aveva solo dodici anni. Ma perché sto parlando di Tutankhamon? Eravamo partiti dal suo preservativo. Era fatto di due strati sovrapposti di tessuto grezzo. Insomma, era piuttosto originalmente "conformato", tanto da rendere il rapporto molto diverso rispetto a un rapporto senza preservativo. Probabilmente più piacevole, più "vario".
L'idea non è mia. È del marchese De Sade, che evocando i preservativi egiziani, greci e romani, sosteneva che buona parte del piacere era dato non dagli organi sessuali degli amanti, ma da quello che Il separava. E di "anelli" ne adottava lui stesso, allo scopo, però, di procurare più piacere a se stesso facendo soffrire il partner. Sade, si sa, era sadico. Ma il concetto rimane: da sempre, l'uomo e la donna si sono ingegnati per rendere più piacevole il rapporto sessuale. E quello che differenzia l'uomo dagli altri animali è che l'uomo utilizza, per affrontare il mondo, degli utensili con i quali cambia la realtà. Ovvio che questo avvenga anche nella vita sessuale. Il grande successo del nuovo anello della Durex è la conferma che anche dove dovremmo più liberamente esprimere la nostra animalità, ossia nella vita sessuale, troviamo l'opportunità per "migliorare" le cose.
Una ventina di anni fa, con l'ingresso in pompa magna dell'informatica nella nostra vita quotidiana, sembrava che il cybersesso avesse dovuto sconvolgere tutta la nostra vita erotica. Ci si immaginava dispositivi elettronici connessi in Rete con cui trascendere il godimento fisico in un connubio fantascientifico tra l'essere umano e la macchina. Non è successo nulla di tutto questo. Sono cresciuti in modo esponenziale la produzione e l'uso della pornografia ma questo non è indice di un mutamento, è solo l'espressione del fatto ovvio che al sesso si pensa in continuazione, e Internet ce lo mette a disposizione subito.



Sono aumentate le corrispondenze amorose, ma a cambiare è stato solo il mezzo: prima ci si scriveva infuocate lettere di carta, adesso si usa l'emal!. La differenza sta ancora nella quantità ma anche nell'identità, chi chatta spesso non sa con chi lo sta facendo ma non importa, il sesso succede in buona parte nella testa, e l'immaginazione regna sovrana e anche soddisfatta, in fondo, delle sue incertezze. L'amore, quello reale, lo si fa sempre negli stessi modi. È difficile pensare di andare oltre il Kamasutra. Le possibilità non sono infinite. Allora, differentemente da quando si fantastica da soli e si è in due e sta per succedere qualcosa, sappiamo già che quello che succederà è sublime in sé, ed è impossibile da migliorare, salvo l'intesa con il partner, e l'istinto a provarne il più possibile per immaginare, nella varietà, una diversità che poi non c'è.
Ecco allora l'uovo di Colombo, l'anello che va "oltre" rimanendo dentro i confini più piacevoli del mondo, quelli del letto. La quadratura del cerchio che però mai potrà essere quadrato perché non c'è nulla di più incomprensibile del desiderio che sempre di più cerca e più cerca più si perde proprio perché il suo imperativo è perdersi. Diceva uno del più grandi psicoanalisti di tutti i tempi, Jacques Lacan, che "il rapporto sessuale non esiste". È una frase a prima vista del tutto folle. Ma non va considerata alla lettera. Significa che il sesso lo facciamo innanzitutto con l'immaginazione. Per quanto ci sforziamo di cambiaria, la realtà è quella che è, mentre l'immaginazione non ha confini e due corpi che si incontrano sono due corpi, mentre due pensieri che si uniscono generano proiezioni infinite di desideno. E desiderio su desiderio, immaginazione su immaginazione, il rapporto svanisce. E allora un oggetto simbolico può rimettere le cose a posto. Nel matrimonio, un oggetto infilato al dito indica che due persone si sono create dei vincoli reciproci e sono contente di averlo fatto e di renderlo pubblico. Nel sesso, un anello infilato altrove ci spiega, ci ricorda, ci fa concretamente sentire che sì, stiamo facendo l'amore, e lo stiamo facendo davvero ed è così bello da non crederci. Anzi, tutto il contrario, è così bello da crederci davvero: io, tu e l'anello come testimone. Del nostro piacere.



Provato per voi...

Lei, 39 anni
Vrrrrrrrrrrr Vrrrrrrrrrrrr.
Sento ancora quel ronzio, quel suono da moscerino robot, da aspirabriciole: una nota vibrante e continua che si attiva con un piccolo pulsantino laterale. Vrrrrrr. Mi viene da ridere, faccio fatica a rimanere seria. Dunque, cominciamo. Il packaging mi ricorda le caramelle: vedo qualsiasi scatolina colorata come un potenziale contenitore di chewing gum o zuccherini. Dentro, c'è una bustina sottovuoto: nessuna rotella di liquirizia, qui c'è un piccolo "sex toy". Che carino! Mi fa quasi tenerezza. Mio marito lo indossa. E vai! Lui il senso pratico ce l'ha, contrariamente a me. Poi si preme quel bottone e vrrrr... vrrrr... parte l'onda oscillante. Wow. Ma come si fa a rimanere seri? Mi viene troppo da ridere, perdo un po' la concentrazione. Però un po' funziona... vrrrr vrrrr. Mio marito è contento, ma alla fine dice: Forse preferisco il classico "ecosesso"… Anch'io.



Lei, 35 anni
Il nome è giusto: play, gioca. Anzi, giocate. Perché se si vive con leggerezza, l'anellino porta nella coppia una ventata di ironia e adolescenza: Come si infila questo coso?, oppure: Ma dove diavolo è l'interruttore? Una volta risolti gli interrogativi di base, tra risate complici, è una variante piacevole. Che grazie a una matematica, o meglio geometrica, precisione nell'approccio, riesce ad accelerare i tempi. A sorpresa, di entrambi. Perché io credevo fosse pensato ad hoc per l'anatomia femminile... e invece, ho scoperto che anche a lui non dispiace, tutt'altro. Visto che la mattina dopo, tranquillo, durante la colazione, ha buttato lì: Scusa, dove hai detto che si compra, quell'affare?

Lei, 42 anni
Mi arriva un po' per caso e incuriosita lo porto a casa in confezione regalo per il mio compagno. Lui lo scarta e si fa una risata. Leggiamo insieme le istruzioni e poi sperimentiamo. Un ronzio di sottofondo ci accompagna fastidioso. L'amplesso arriva velocemente, lasciando poco spazio alla lentezza. Mi coglie impreparata. A questo punto lui si toglie l'anello e continuiamo senza. Silenzio.



Lei, 25 anni
Ci sono due punti di vista attraverso i quali interpretare la questione anello dell'amore by Durex: uomo e donna. Donna (io): divertente, stimolante, alternativo, un'occasione per giocare e scherzare con il partner (un consiglio: state sopra e dirigete voi il gioco!). Uomo (il mio lui): fastidioso, rumoroso, alienante perché si sente quasi escluso dal rapporto e addirittura dalla relazione. Una tragedia, insomma. Risultato: pari. Un consiglio: provatelo almeno una volta! Non c'è niente da perdere, anzi. P.S.: Una coppia di amici si è decisamente lamentata dopo averlo provato. Lui in particolare: l'anello gli era troppo stretto. Beata lei!

Lei, 49 anni
Buffa cosa questo anello! Ha creato una strana atmosfera, un cocktail di complicità, stupore e divertimento. Solo il fatto di aprire la confezione è risultato un'operazione assolutamente esilarante: era ermeticamente chiusa, sembrava quasi sottovuoto spinto e refrattaria a qualunque tipo di strappo (Ma perche non si apre? Ci vorranno le forbici? e giù a ridere), poi è arrivato il momento di indossarlo: prima il preservativo, poi l'anello (Mamma mia, quante cose da infilare!- e giù di nuovo a ridere). A quel punto sembrava che tutto potesse andare per Il meglio, ma... E adesso dove cavolo sarà !'interruttore? Dopo qualche manovra l’interruttore è stato finalmente individuato e acceso, ho fatto giusto in tempo ad avvertire uno strano ronzio, una leggera vibrazione e poi... PAF, era già tutto finito! Tecnicamente si chiama eiaculazione precoce, di cui il mio lui non ha, per fortuna, mai sofferto. Lui dice che l’anello non c’entra niente. È semplicemente successo. lo (che sono una donna, e noi - per definizione - tendiamo a credere di avere sempre ragione) dico di sì, che l'anello c'entra eccome. E, in quella occasione, è stata davvero una gran fregatura.




Lei, 35 anni
lo, in realtà, alla fine non l'ho nemmeno provato. Era lì, pronto per essere scartato al momento giusto. Ma quando il momento giusto è arrivato, lui mi ha fermata così: No, dài, sai che preferisco un buon piatto di tagliata a uno stuzzichino nouvelle cuisine. Fine dei giochi. Ma inizio di altri. Confesso, comunque, che la curiosità mi è rimasta.